Dopo qualche anno aprirono la seconda ferramenta in Corso Carducci
Ferdinando, dopo aver terminato la "3a classe tecnica" partecipò con il fratello Rosolino (figlio di prime nozze del padre) e il padre, alla conduzione delle "Ferramenta Innocenti" (1906) e già in quegli anni la famiglia è in una situazione economica preminente.
Dopo aver appreso il mestiere si trovava a 18 anni a condurre l'impresa famigliare e incomincia a commerciare ferrame usato proveniente per lo più da cantieri impegnati nella bonifica della Maremma, che rivende ricevendo in cambio olio lubrificante che rivende ottenendo un ulteriore incremento del profitto. Dal 1920 approfondisce e sperimenta l'uso di tubi in ferro e le loro applicazioni e nel 1923 si trasferì a Roma dove, con la somma di circa lire 500.000 intendeva ampliare notevolmente l'attività, ma purtroppo la Banca presso cui aveva effettuato il deposito fallì.
Iniziò a commercializzare i tubi prodotti dalla Dalmine su licenza Mannesmann (senza saldatura). In quegli anni, fino al 1928, l'esplosione edilizia e l'economia in genere conobbe una notevole crescita cosi' come l'agricoltura prendeva il suo cammino, facilitato dalle situazioni politiche instaurate dal fascismo e dalla fine delle agitazioni sindacali che portarono però ad una riduzione dei salari reali dell'11-12% tra il 1921 e il 1924.
Nel periodo compreso tra il 1921 e il 1931 il fascismo diede vita ad un grande piano di costruzione e ammodernamento soprattutto nella capitale che assunse l'aspetto di un enorme cantiere per dar vita ad una "rinascita monumentale dell'Urbe". Ferdinando non perse l'occasione che gli si presentava aprendo nel 1926 in Via Porto Fluviale in Roma un deposito-officina di tubi ove allestiva manufatti per l'edilizia, che nel 1930 portava il nome di Fratelli Innocenti e che nel 1933 iniziò la produzione di ponteggi tubolari Innocenti adottando un sistema di montaggio/smontaggio rapido, originario della Scafolding britannica.
Nel 1931 iniziò la costruzione di un complesso di irrigazione a pioggia nei giardini Papali di Castelgandolfo (14 ettari) utilizzando l'acqua del lago di Albano, in seguito per i Giardini Vaticani, infine impianti antincendio e la centrale termoelettrica; inoltre utilizzò il suo brevetto per il ponteggio nella Cappella Sistina, dimostrando la bontà del progetto in quanto lo smontaggio e rimontaggio avvenne in breve tempo senza rovinare i preziosi affreschi.
Questa introduzione venne favorita dalla conoscenza contratta con la Dalmine (di cui possedeva anche le azioni), dell'ing. Franco Ratti conte di Desio, nipote di Pio XI e di Leone Castelli dell'omonima impresa di costruzioni che lavorava in Vaticano. I lavori terminarono agli inizi del 1934. Alla fine del 1935 e all'inizio del 1936 venne chiamato per l'esposizione mondiale della stampa cattolica a montare un complesso coperto di 6.000 mq utilizzando tubi Innocenti.
Questi lavori di sicuro prestigio trasformarono l'azienda artigianale in una impresa industriale di una certa importanza i cui cospicui profitti contribuirono allo sviluppo. Nel 1932 la produzione industriale registra un crollo del 27% rispetto al 1928 ma Ferdinando Innocenti individua in Milano la sede adatta per impostare una sua attività. Infatti la città era in fermento per grandi ricostruzioni, per l'edilizia, per la nuova Stazione Centrale quindi la crisi era sicuramente meno sentita che altrove.
Al nord l'Innocenti ebbe una posizione privilegiata grazie anche ad appalti concessi. Le forze lavorative conobbero una grave crisi: infatti nel 1929 si registravano 300.000 disoccupati mentre nel 1931 salirono a oltre 1.000.000 di cui 715.000 nella sola industria.
Con l'aiuto di Ratti che ormai faceva parte del Consiglio di Amministrazione della Dalmine e di altre importanti aziende e soprattutto delle amicizie Vaticane, si aggiudica i lavori del Vaticano a Castelgandolfo. Basandosi su questi fatti oggettivi aveva inaugurato la sede commerciale della Fratelli Innocenti in Via S. Paolo, 18.
Dai 20 operai nel 1929 la ditta ne contava oltre 100 nel 1931, anno in cui iniziò la produzione di impianti irrigui mobili e fissi.
Nel 1933 costruirono uno stabilimento a Milano Lambrate in Via Pitteri per produrre e commercializzare gli ormai collaudati ponteggi Innocenti. Sul terreno, una striscia tra Via Pitteri e il Lambro, nell'ottobre 1933 era stato terminato un capannone con gli impianti necessari a dar vita all'industria con l'apporto di operai trasferiti da Roma.
La ragione sociale divenne, nel novembre 1933 "Fratelli Innocenti società anonima per applicazioni tubolari in acciaio" con sede in Via XX settembre a Roma e capitale sociale di 5.000 azioni a 1.000 lire cad. di cui 3.100 a Ferdinando e 1.900 a Rosolino. Per coprire tutto il capitale sociale l'assemblea assunse un prestito obbligazionario di 5.000.000 diviso in 5.000 obb. da 1.000 cad. con interesse del 4% annuo.
L'amministratore unico era Ferdinando Innocenti.