Il cambio alla presidenza della società avviene in un periodo particolare della storia politica, sociale ed economica di questo paese.
La Politica
Questo momento politico è caratterizzato dalla scarsa stabilità dei governi alla guida del paese e possiamo dire che la classe politica e i partiti erano più impegnati a creare punti di potere più che a mantenere ed a incrementare quella grande spinta produttiva industriale italiana conosciuta come "miracolo economico" che aveva portato l'Italia ad un benessere elevatissimo e ad una posizione di rilievo in campo internazionale.
I governi di quel tempo, condizionati dalle sinistre, non sapevano sfruttare la grande potenzialità della quale poteva disporre un'industria di questo livello. Il Sindacato.
Va ricordato che l'Innocenti, fin dal suo nascere, è sempre stata un'azienda fortemente politicizzata in cui il sindacato era in grado di mobilitare in poche ore la massa operaia . In quei tempi ci si batteva per ottenere condizioni di lavoro più umane e vantaggi reali ; molte volte sventolando la bandiera dell'uguaglianza spesso le semplici e sacrosante richieste venivano trasformate in lotte di classe. Queste agitazioni raggiungevano l'obiettivo di danneggiare la produzione e di sottrarre risorse agli investimenti e alla ricerca.
Non passava settimana senza che l'azienda dovesse subire scioperi e cedere ai ricatti sindacali. Ormai la situazione sindacale condizionava anche le scelte dell'azienda. L'economia / Il mercato. Gran parte dei tradizionali utilizzatori dello scooter, visto come veicolo utilitario, si erano orientati all'acquisto di automobili di piccola cilindrata ; la Fiat 500, nel 1967, aveva raggiunto un grandissimo grado di affidabilità e di comfort (relativamente alla sua classe) e veniva posta in vendita al prezzo record di Lit. 475.000 mentre la SX 200 ne costava ben 219.000 ! La popolare vetturetta torinese era conveniente anche nei consumi, non molto distanti da quelli della Lambretta.
La richiesta di scooters, in lento ma inesorabile calo, non era sufficiente a sostenere una produzione così articolata e a sviluppare nuovi progetti. La produzione totale di veicoli (scooters, ciclomotori e furgoni) da 144.000 unità annue nel 1963 è gradualmente scesa a 107.105 nel 1966, a 84.885 nel 1967, a 82.121 nel 1968 e a 62.209 nel 1969. L'Azienda. Venendo a mancare la figura carismatica del fondatore, che rinunciava a mantenere al proprio posto i suoi più stretti collaboratori, questi, anziché operare sinergicamente, cercarono di egemonizzare la gestione dell'azienda.
Con 'appoggio del neo presidente Luigi, questi personaggi di grande capacità manageriale e di forte carattere, non sentendo lo scooter una propria creatura, come lo era il "vecchio pioniere", non cercarono di sviluppare la progettazione nella direzione che i tempi richiedevano e cioè l'industrializzazione di un progetto ormai diventato troppo costoso.
Alla Piaggio, che pure soffriva della stessa situazione di mercato, robotizzando le linee di montaggio grazie ad un progetto che già in origine risultava facilmente adattabile alla tecnologia automobilistica, riusciva, anche con il massiccio intervento finanziario della Fiat, a superare questo periodo molto difficile per il settore. Gradualmente, all ' interno, chi si sentiva troppo legato alla leggendaria Lambretta e con nostalgia ne riproponeva lo sviluppo, risultava perdente rispetto a chi vedeva nell'auto la sola via per il rilancio dell'azienda.
Storicamente non esistono casi di aziende che siano passate con fortuna dal settore motociclistico alle quattro ruote. Alcune come la Triumph, la BMW e la DKW, pensarono alle automobili già all'inizio quindi svilupparono la propria tecnologia e ricerca parallelamente. Nel 1967, ci si affida a Nuccio Bertone per rinnovare la linea della Lambretta. La produzione si concretizza già nel gennaio 1968 con il modello DL nelle cilindrate 125-150 200, inoltre, con base meccanica derivata dallo J 50, viene messo in produzione un nuovo ciclomotore di 50 e 75 cc con la linea totalmente originale, sempre dello stesso stilista torinese, che uscirà dalle linee di montaggio nel marzo del 1968.
Malgrado quest'ultimo tentativo di modernizzazione della linea estetica della Lambretta, che però manteneva sostanzialmente inalterata la parte meccanica, sino dal 1968 era chiaro alla Innocenti che la sospensione della produzione degli scooters sarebbe stata solo una questione di tempo. Nel 1971 Luigi Innocenti che, per ragioni di salute, non poteva essere presente in azienda come la difficile situazione del momento richiedeva, abbandonava il campo. L'ultimo modello (DL) finiva di essere prodotto nell'aprile dello stesso anno, il J 50 il mese successivo ; i motofurgoni nelle diverse versioni invece vennero prodotti fino a dicembre in un discreto quantitativo. Il totale dei veicoli prodotti nel 1971 risultarono essere 11.222 di cui 3.400 DL, 2.153 J50 nella versione De Luxe e Special e 5.669 motofurgoni dei quali gli ultimi 72 completati nella prima decade di gennaio del 1972.
La fine
La Innocenti, sicuramente all'avanguardia nel settore delle due ruote, con una enorme esperienza derivata da ricerche che andarono ben oltre quanto veniva posto sul mercato, dai sindacati, dalla miopia dei politici e da un erede sfortunato, lasciando così via libera alla lenta ma inesorabile penetrazione giapponese. Gli stabilimenti vennero svuotati e le linee di produzione dell'ultimo modello vennero cedute all'India (Scooterindia) che produrrà ancora la Lambretta con il Modello DL 150 e 200 per molti anni ancora.
Nei padiglioni di Lambrate vennero prodotte automobili che mantennero il marchio Innocenti e che ebbero motorizzazioni prima BMC ( il motore era lo stesso della Mini) poi di produzione giapponese (Daiatsu). La Innocenti, in questa ultima e poco illuminata gestione affidata a De Tomaso, ospitò anche il montaggio della Maserati riuscendo a immettere sul mercato una vettura di ottimo livello di 2.000 cc. (Maserati Biturbo) in diverse versioni a 2 e a 4 porte, spyder, coupeè, che però non ebbe la meritata fortuna più per motivi pubblicitari che per la qualità intrinseca del prodotto. La produzione della Maserati venne spostata a Modena e l'enorme complesso della Innocenti abbandonato da ogni attività produttiva. Una parte delle maestranze venne assorbita dalla Maserati, parte da altre strutture pubbliche, altri dipendenti vennero prepensionati altri incoraggiati alle dimissioni.
Anche in India, dove continuava dal 1971 ad essere prodotta, con la denominazione Grand Prix, la Lambretta, ormai largamente modificata nei dettagli estetici, cessava la produzione. Gli stampi e le attrezzature utilizzate per oltre 25 anni, nel 1997 venivano posti in vendita al miglior offerente ; le offerte, risultate troppo basse, sono state prese in considerazione così le linee di montaggio rimangono abbandonate e sono ora aggredite dall'incuria e dal tempo. Il marchio Innocenti e la rete di vendita venivano rilevati dal Gruppo Fiat ed attualmente sono utilizzati ad identificare alcuni modelli di vetture prodotte per lo più da stabilimenti del Gruppo in Brasile.
Diversi progetti apparvero per utilizzare l'area che ormai era fagocitata dalla città che l'aveva vista crescere, espandersi e poi morire.
Tra questi, ironia della sorte, come ulteriore inconscia profanazione di uno dei più moderni stabilimenti europei, voluto da personaggi che forse non hanno avuto la fortuna di possedere una Lambretta, si fa strada il progetto per un grande deposito per il riciclaggio dei rifiuti urbani, inutilmente osteggiato dagli abitanti della zona !
Le persone che, a diverso titolo, hanno conosciuto la Innocenti, in ogni caso la ricorderanno per la Lambretta.
Rimangono e rimarranno in ogni parte del mondo molti, moltissimi appassionati e possessori di questo scooter che viene considerato ormai oggetto di culto e da preservare dalla distruzione.