L'impatto dei records mondiali conquistati dalla Lambretta non poteva lasciare indifferente la Piaggio che scende in campo nella primavera del 1950 sulla pista di Montlhèry per strappare alla Lambretta i records stabiliti su quella stessa pista in febbraio e poi sposta la lotta sul record assoluto.
Battuti tutti i records sulle medie e lunghe distanze, la Lambretta inizia a pensare ai records sulle distanze più brevi con un'unità aerodinamicamente più accurata. Nell'inverno '49-'50 circolano le voci che anche la Vespa vuole scendere in campo e che lo farà con un'unità a carenatura completa. La Lambretta cerca di battere la rivale sul tempo e torna a Montlhèry, il 21 tebbraio 1950 con tre velocisti: a Masserini e Masetti si è aggiunto infatti l'alfiere della Benelli Dario Ambrosini. Il tempo non è dei più propizi ed il vento è già abbastanza fastidioso fin dall'inizio. Ciò nonostante vengono conquistati cinque records importanti: sui 50 km, sulle 50 miglia, sui 100 km, sulle 100 miglia e sull'ora.
E questa volta i records battuti non sono records anteguerra ma quelli ottenuti dal francese Remondini nell'ottobre del 1948 con la Jonghi 125 munita di un motore bialbero. A questi si aggiunge anche il record sulle due ore poi il vento si fà troppo forte, la Lambretta è costretta sui rettifili a sbandate paurose e bisogna abbandonare. Le medie vanno dai 126,059 km/h delle 50 miglia ai 121,353 km compiuti nell'ora, ma sulle due ore segnano già il calo imposto dal vento (115,872 km/h). Poche sono le nolizie tecniche su questo esemplare da record e scarsissima la documentazione fotografica. Dalla poca disponibile, si vede un veicolo a ridotta sezione frontale completamente carenato ma con aperture sui fianchi per l'accesso e con vistose prese d'aria frontali per il raffreddamento del motore.
Notevoli miglioramenti devono essere stati apportati anche al motore, soprattutto in considerazione della minore durata dei tentativi nei quali doveva essere impegnato ma, come abbiamo detto, non esiste più alcuna documentazione in proposito. La Vespa, che attendeva molto probabilmente un sicuro riferimento sulle possibilità dell'avversario, scende in campo, sempre a Montlhèry un mese dopo, il 24 marzo, con i piloti Castiglioni - Mazzoncini.
Anche la Vespa è completamente carenata con una posizione di guida ancor più sacrificata di quella della Lambretta, al punto che in alcuni cambi di guida durante le prove preliminari, i piloti, quando scendono dalla moto, devono essere sorretti dai meccanici. Il vento, spesso presente a Montlhèry, non manca neppure questa volta e una folata nelle prove costringe ad un fuoripista Otello Spadoni, il terzo pilota a disposizione, con una contusione alla spalla che lo costringe a ritornare a Milano.
Va meglio durante il tentativo che si limita a controbattere i sei record Lambretta del mese prima con decisi miglioramenti (134,054 chilometri percorsi nel record dell'ora ed un ulteriore incremento della media nella prova delle due ore (136,749 km/h) a dimostrazione della perfetta efficienza del mezzo. Tutti questi records sono superiori anche a quelli in vigore per la classe 175 stabiliti anteguerra dall'inglese Excelsior e dall'italiana Miller. Il motore impiegato, secondo autorevoli indiscrezioni, dovrebbe disporre di 15-16 CV, mentre un attento alleggerimento ha portato a contenere il peso totale a vuoto del veicolo in circa 68 chili.
Il cambiamento del tempo impedisce alla spedizione Piaggio di puntare subito anche ad altri primati ma i componenti rimangono pazientemente sul posto ad aspettare. A completare l'equipe giunge dall'Italia ,Romano, un pilota della Sertum con trascorsi vespistici. Finalmente il 6 aprile le condizioni permettono di scendere di nuovo in pista e vengono conquistati dalla Piaggio altri 11 records mondiali tutti superati anche ai corrispondenti primati in vigore per la classe 175. I records battuti vanno dalle 3 alle 9 ore ed includono anche quelli sui 500 km sulle 500 miglia e sui 1000 chilometri. La marcia è stata incredibilmene costante come testimoniano le medie comprese fra i 125,713 km/h sulle tre ore ed i 123,537 km/h sulle nove ore, medie che sono di una ventina di chilometri all'ora superiori a quelli stabiliti a suo tempo su queste distanze dalla Lambretta.
Ormai è tutto chiaro: con la sottrazione alla Lambretta di 17 records mondiali, quello che fino a qualche mese prima poteva sembrare solo una scelta pubblicitaria della Innocenti si è trasformato in una lotta aperta tra i due colossi dello scooter. Il rilancio della posta da parte della Innocenti non si fa attendere molto. Dal 27 settembre al 5 ottobre sempre a Montlhry vengono ritolti alla Piaggio i 17 records e se ne aggiungono altri cinque. Il trio Ambrosini, Ferri, Masetti ha a disposizione un veicolo completamente carenato (ad esclusione della ruota anteriore schermata a parte) con un aspetto a scaglie di una bruttezza incredibile che lo fa assomigliare ad un coleottero o ad uno scorfano.
Fortunatamente l'efficienza aerodinamica è invece buona e la dimostrazione viene dalle medie eccezionali ottenute durante il tentativo con le punte più alte (ottenute sui 100 km e sull'ora) superiori ai 142 km/h. I 22 records ottenuti coprono tutti quelli ammessi a regolamento dai 10 ai 1000 km, dalle 10 alle 1000 miglia e da 1 a 12 ore con medie comunque sempre superiori ai 132 km/h. Molti di questi records, come è accaduto anche per il tentativo della Vespa, sono superiori a quelli in vigore per la classe 175 e cinque di essi addirittura a quelli in vigore per la classe 250) ma i regolamenti ora non permettono più di assegnare i records di una data classe a veicoli di una classe inferiore anche se le medie ottenute da quest'ultima sono migliori di quelle in vigore per la classe in oggetto. Pochi, come al solito, i dati tecnici pubblicati dalle riviste specializzate. Per il motore si parla di volani interni provvisti di una speciale alettatura a ventola aspirante per facilitare l'afflusso della miscela carburante ed ottenere una maggiore velocità delle correnti di alimentazione e di lavaggio, di un rapporto di compressione di 8,7:1 e di impiego di carburante a 100 ottani.
Non si parla di potenza ma, anche tenendo conto di un basso coefficiente di resistenza aerodinamica della carenatura, l'erogazione non deve essere stata inferiore ai 14 CV. Una novità importante è data dalle ruote, per la prima volta con diametro 12' e con pneumatici da 3,25 x 12. Nel primo tentativo, quello sulle brevi distanze fatto il 29 settembre, la Lambretta era dotata anche di chiusura superiore, chiusura che poi è stata tolta per i records sulle distanze più lunghe sia per consentire una maggiore possibilità di movimento che per non isolarè completamente i piloti. Le fotografie ci mostrano anche l'aggiunta di un prolungamento provvisorio della pinna verticale posteriore per aumentare la stabilità direzionale.
La stagione avanzata consiglia una pausa di riflessione ai due contendenti e la mossa successiva da parte della Piaggio sarà una sorpresa per la Innocenti che, pur essendo a sua volta già in fase di preparazione avanzata per il record sul chilometro lanciato, si aspettava ancora dalla Piaggio una risposta ai records strappati alla Vespa sulla pista di Montlhàry.
La lotta si sposta su velocità più elevate.
La casa di Pontedera infatti taglia corto e anticipa l'Innocenti sul record pi prestigioso: quello sul chilometro lanciato. L'arma è un siluro basso e filante, dove il pilota è praticamente sdraiato, costruito attorno alla ridotta taglia di Dino Mazzoncini. Il tentativo sul chilometro lanciato ha luogo alle 8 del mattino del 9 febbraio 1951 sul tratto fra il chilometro 10 ed il chilometro 11 dell'Autostrada Roma-Ostia.
Sorprende immediatamente tutti l'elevata velocità ottenuta nel primo passaggio (media 174,418 km/h) e, anche con la correzione apportata da una media più bassa registrata nel passaggio in senso opposto dovuto a cattive condizioni del fondo stradale nel tratto di lancio, la media risultante sempre sbalorditiva (171,102 km/h). Nonostante le insistenze dello stesso Mazzoncini e di alcuni dei commissari per fare un nuovo tentativo, i dirigenti Piaggio, pur sapendo che la velocità effettiva poteva essere superiore ai 180 km/h, si dichiarano soddisfatti del risultato ottenuto nei primi due passaggi e non intendono continuare. Il record precedente stabilito da Gino Cavanna con una Mondial bialbero nel 1949 con una media di 161,145 km/h infatti largamente battuto cosi' come superato anche il record in vigore per la classe 175 appartenente alla DKW del tedesco Winkler, ma, come abbiamo già detto, i nuovi regolamenti ne impediscono ora l'iscrizione anche in questa classe. Il motore impiegato in questi tentativi è un motore costruito appositamente, impostato sullo schema Junkers, con pistoni contrapposti e due alberi a gomito collegati fra loro da una catena di ingranaggi; la prima impostazione, fatta dall'ingegnere Corradino D'Ascanio aveva il rafreddamento ad aria poi, dopo difficoltà dovute all'eccessiva temperatura, l'ingegnere Vittorio Casini, incaricato dello sviluppo, ne ha realizzato la versione definitiva con raffreddamento ad acqua.
Con un alesaggio di 42 mm ed una corsa dei due pistoni di 45 mm la cilindrata complessiva di questo motore è di 124,69 cm3. L'alimentazione &eagrave; affidata a due carburatori Dell'Orto, uno per ogni camera di manovella, e l'accensione ad uno speciale volano magnete Piaggio e a due candele Magneti Marelli con grado termico 300 (MW 300 A). Alimentato ad alcool miscelato con lubrificante Essolube in una proporzione del 12% (!) e con un rapporto di compressione di 11:1 sviluppa, nelle condizioni per il record, 19,5 CV al regime di 9500 giri/l'.
Il gruppo motore, come sullo scooter, è in blocco con un cambio a tre veloci che porta direttamente la ruota motrice. Il telaio, completamente nascosto sotto la carenatura è costituito da un unico trave centrale ed dotato di una forcella a biscottino con ruota a sbalzo, simile a quella di serie, mentre posteriormente il gruppo motore cambio fa da braccio oscillante contrastato da tamponi in gomma. La carenatura è particolarmente studiata dal punto di vista aerodinamico e si avvale di una ridotta sezione frontale.
Una parte collegata alla ruota anteriore ruota con lo sterzo chiudendo ogni improprio ingresso d'aria mentre il piccolo parabrezza è contornato da un profilo che controlla il deflusso dell'aria eliminando turbolenze. L'accesso del pilota avviene attraverso due ampi sportelli che poi vengono a formare parte integrante della carenatura. Per il record, Mazzoncini ha impiegato un casco profilato simile a quello usato dal tedesco Henne nei suoi primi records mondiali con la BMW.
Dopo questo exploit tutti si aspettano che la Piaggio tenda a riprendersi a Montlhèry anche i records sulle lunghe distanze che le sono stati sottratti dalla Innocenti e che la lotta si avvii verso una fase ancora più calda. Arturo Coerezza scrive in proposito su Motociclismo: l'esito trionfale di questo primo assalto contro i records di veloci non fa che confortare la Piaggio per i prossimi suoi tentativi contro altri records sulle medie e brevi distanze che con molta probabilità avranno luogo sulla pista di Montlhry; e sappiamo che qualora il suo attuale record di veloci dovesse venir migliorato, o solo anche minacciato, la Vespa ha in corpo parecchia altra potenza di riserva per difendere e consolidare questo primato che innalza il dr. Enrico Piaggio, l'ing. D'Ascanio, l'ing. Casini e tutti gli altri tecnici della casa di Pontedera sui pi alti fastigi del progresso tecnico. Invece quella della Piaggio è una apparizione che non avrà pi seguito.
Che questo sia dovuto al livello dei records stabiliti successivamente, come vedremo, dalla Innocenti o sia semplicemente una scelta unilaterale di non investire ulteriormente in questo tipo di pubblicità, non è dato sapere.