Il Sacrario Sorge al km. 120 della litoranea Alessandria d’Egitto (Al Iskandarijah) - Marsa Matruh, su un’ampia zona di terreno collinoso (il toponimo arabo “Tel el Alamein” significa letteralmente: «la collina delle vette gemelle»), che il Governo egiziano ha dato in concessione all’Italia per un periodo di 99 anni. Tutto intorno si estende la vasta piana desertica sulla quale si svolsero le grandi battaglie di El Alamein. L’opera muraria - su progetto dell’Ing. Paolo Caccia Dominioni, già Ufficiale del Genio Alpini ed in Africa Settentrionale Comandante del XXXI Btg. guastatori del Genio - si compone di tre distinti blocchi di costruzioni: il Sacrario propriamente detto, il complesso degli edifici situati lungo la strada litoranea, la base italiana di “Quota 33”.
Il Sacrario è costituito da: - una torre ottagonale leggermente rastremata verso l’alto, la quale si allarga alla base in un ampio padiglione. All’nterno della torre sono custodite le Spoglie dei Caduti; - una galleria semicircolare munita di 5 ampi finestroni che, oltre ad assicurare l’illuminazione della loggia e dell’atrio, consentono una veduta panoramica verso il mare. Al centro della galleria si trova l’altare, sormontato da un’alta croce che si innalza lungo la parte interna del torrione. Gli edifici situati lungo la strada comprendono, da sinistra: - il Cimitero degli Ascari libici, ove riposano le spoglie di 228 Caduti, con annessa Moschea; - il porticato d’ingresso con la corte d’onore; - il complesso servizi comprendente anche una sala cimeli ed una sala proiezioni di video-filmati.
Nella parte esterna, dinanzi alle arcate del portico d’accesso sono stati sistemati 4 cannoni da 47 mm., tratti dalle torrette dei carri armati dell’XI Btg. della Divisione “Trieste”; nella corte d’onore, il monumento al “Carrista del deserto”. La base italiana di “Quota“, che fu sede e centro spirituale della delegazione italiana che per lunghi anni si dedicò alla ricerca e raccolta delle Salme dei Caduti nel conteso campo di battaglia, ora è utilizzata per le esigenze logistiche del Sottufficiale italiano che sovrintende al Sacrario. La costruzione, che domina la catena collinosa prospiciente il mare e dista dal Sacrario 500 metri, è divenuta anche monumento-ricordo al LII Gruppo cannoni da 152/37, che su quell’altura venne distrutto nei duri combattimenti del luglio 1942.
La cura e la tutela del Sacrario sono affidate ad un Sottufficiale italiano del Commissariato Generale, accreditato presso il Consolato Generale d’Italia ad Alessandria d’Egitto, che si avvale di quattro dipendenti indigeni per i servizi di guardiani e giardinaggio.
I Caduti Nel 1943, le autorità britanniche - con manodopera fornita da prigionieri italiani e tedeschi - costituirono, sulle pendici della quota 33 di Ei Alamein, un Cimitero italo-tedesco nel quale vennero riunite le Salme dei Caduti delle due nazionalità, rinvenuti man mano nella zona e nei vari cimiteri campali allestiti fino al confine libico. Tale raccolta venne completata negli anni dal 1949 al 1960 a cura di una delegazione di “ONORCADUTI”, guidata dal Ten. Col. Paolo Caccia Dominioni, che con molta abnegazione si dedicò alla pietosa opera. La ricerca e l'esumazione delle Salme, sparse nel vasto campo di battaglia, fu particolarmente ardua e complessa a causa degli estesi campi minati ancora efficienti, che - nei 10 anni di ricerca - provocarono la morte di 7 collaboratori indigeni. Più tardi fu decisa la costruzione di due opere distinte, che vennero realizzate nel periodo dal 1954 al 1958: i Caduti italiami vennero sistemati nell’area del vecchio Cimitero, mentre quelli tedeschi furono collocati in un Sacrario a forma di torre medioevale, posto su un’altura a poca distanza.
Nel Sacrario sono raccolte le spoglie mortali di 4.634 Caduti dei quali 2.447 “noti” e 2.187 “gnoti”.
Inoltre, nel 1960, sotto il porticato è stato consacrato un sacello nel quale sono state raccolte le Spoglie di 100 operai italiani, periti nella costruzione delle grandi dighe egiziane di Assuan, Edfina ed Esna. Fonte: Ministero della Difesa